Mangiare è POTERE

 

MANGIARE E’ POTERE

 

Mangiare è potere, potere di conservare  la salute e sviluppare al meglio la potenzialità individuali, ma anche potere di influenzare il mercato, la produzione, il territorio che ci circonda, le realtà sociali e ambientali collegati alla catena alimentare.

Perché se è vero che ” siamo quello che mangiamo”, è altrettanto vero che “mangiamo quello che siamo”: ogni volta che assumiamo un cibo, assumiamo anche una parte di cultura alimentare che noi stessi abbiamo costruito attraverso le nostre scelte.

Imparare a scegliere è l’obiettivo primario dell’educazione al gusto. 

Ma come scegliere? Cosa scegliere?

Siamo in  bilico fra i cibi del gusto standardizzato dell’industria e gli ingredienti tradizionali di qualitàSiamo  incerti di fronte ad una produzione che ci propone mutamenti di grande portata etica, come l’impiego di O G M o l’agricoltura naturale , biologica.

Nell’ultimo secolo ci siamo liberati  dalle ristrettezze alimentari, raggiungendo un traguardo importante. Ora però l’abbondanza ci pone di fronte a nuovi limiti e a nuovi condizionamenti. Fatichiamo ad elaborare le strategie per affrontarli, perché i canali di comunicazione sviluppati in passato, che un tempo favorivano l’acquisizione delle abitudini alimentari, si sono rapidamente e profondamente modificati.

Oggi ad esempio  le pressioni consumistiche esercitate dalla pubblicità martellante ed intensiva che fa leva su un aspetto comunicativo più immediato quale la vista, utilizza collegamenti inconsci ad immagini simboliche forti e condivise : interni famigliari idilliaci,  sfondo di paesaggi naturali incontaminati cercano di far leva su istinti, timori e desideri collettivi e quindi si  tende ad attenuare l’importanza formativa dei vissuti personali e dello scambio di esperienze, volte ad assicurare il passaggio di competenze pratiche e rituali, che in passato hanno costituito un filo conduttore importante nelle scelte alimentari.

 

Per alcuni esperti il nostro ambiente alimentare è diventato “Tossico”, (v. fig. 1)  non solo per i potenziali pericoli di sostanze inquinanti, additivi, addensanti ecc…( oggi occorre ricordare che gli alimenti sono molto più controllati di una volta), ma per il fatto che il nostro universo alimentare fornisce stimoli fuorvianti, che alterano la capacità di autoregolazione.

FIG. 1

Per attivare un cambiamento dell’ambiente alimentare, occorre agire su tutte le realtà legate al consumo: dalla ristorazione collettiva a quella domestica, dalla pubblicità all’etichettatura dei prodotti che nonostante i progressi non sono ancora del tutto complete. Servono strategie di comunicazione che prendano le distanze dalla realtà virtuale proposta dalla pubblicità e ricostruiscano la storia del cibo calandolo nella realtà del suo rapporto con l’ambiente, con le risorse umane necessarie per ottenerlo, con le sue origini. 

 

Non basta. L’informazione svolge un ruolo efficace solo se rafforzata da quei canali di comunicazione che passano attraverso la concretezza della preparazione e del consumo.

Per poter scegliere liberamente bisogna quindi conoscere il prodotto nella sua completezza e padroneggiare gesti e rituali che conducano dalla spesa alla tavola. Solo l’esperienza di questi procedimenti, necessari alla trasformazione del cibo, assicura le competenze manuali e pratiche per scegliere e preparare autonomamente.

 

 

 

AVANTI nel percorso formativo

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